lunedì 23 gennaio 2012

Albatros





Per dilettarsi, sovente, le ciurme 
catturano degli àlbatri, marini 
grandi uccelli, che seguono, indolenti 
compagni di viaggio, il bastimento 
che scivolando va su amari abissi. 
E li hanno appena sulla tolda posti 
che questi re dell'azzurro abbandonano, 
inetti e vergognosi, ai loro fianchi 
miseramente, come remi, inerti 
le candide e grandi ali. Com'è goffo 
e imbelle questo alato viaggiatore! 
Lui, poco fa sì bello, com'è brutto 
e comico! Qualcuno con la pipa 
il becco qui gli stuzzica; là un altro 
l'infermo che volava, zoppicando 
scimmieggia. 
Come il principe dei nembi 
è il Poeta che, avvezzo alla tempesta, 
si ride dell'arciere: ma esiliato 
sulla terra, fra scherni, camminare 
non può per le sue ali di gigante. 



Spero apprezziate questa favolosa poesia del nostro Baudelaire. Spero cogliate quel significato nascosto, quel sottile elogio a tutti i poeti del mondo, a tutti coloro che sono capaci di spogliare l'anima, capaci di guardare il mondo dall'alto...Vi invidio divinità privilegiate!!








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